Buongiorno! Questo weekend abbiamo deciso di creare una newsletter monotematica per ricordare cosa avvenne a Piazza Tiananmen nel 1989. La decisione è nata per diversi motivi. Innanzi tutto, occupandoci di stampa cinese - dove la notizia, per ovvie ragioni, non viene neanche nominata - non ci sembrava di aver dato abbastanza spazio all’argomento. Inoltre, scorrendo X il 4 giugno abbiamo visto quanti account di disinformazione e negazionismo ci sono riguardo al tragico evento di Pechino del 1989. La disinformazione deve essere combattuta e il ricordo deve essere preservato.
Ricordando Piazza Tiananmen: il Tank Man ✍️ di Francesca Speranza Pechino, 1989: un anno che ha segnato per sempre la storia della Cina. La primavera di quell'anno vide sbocciare un fermento sociale senza precedenti, con studenti, intellettuali e operai scesi in piazza per chiedere riforme democratiche, libertà di espressione e la fine della corruzione dilagante. Concentrandosi in Piazza Tiananmen, i movimenti si protrassero per settimane, attirando milioni di persone da tutto il paese. Il governo cinese, inizialmente conciliante, si mostrò poi sempre più preoccupato per l'ampiezza e la determinazione dei manifestanti.
Il 4 giugno 1989, la tragedia: le truppe inviate per disperdere la folla aprirono il fuoco sui manifestanti inermi, causando un numero imprecisato di vittime, stimato tra poche centinaia e diverse migliaia. L'evento, passato alla storia come il massacro di piazza Tiananmen, segnò la repressione violenta del dissenso da parte del regime cinese. Un'immagine simbolo che ha fatto il giro del mondo: il Tank Man, un individuo che si posiziona davanti a una colonna di carri armati in avanzata, bloccandone il passaggio. La sua identità non è mai stata accertata e il suo destino è sconosciuto, ma la sua figura divenne un simbolo globale di resistenza e coraggio di fronte all'oppressione.
Nel tentativo di soffocare la memoria del massacro e le richieste di democrazia, il governo cinese attuò una dura censura: la stampa fu imbavagliata, i media stranieri espulsi e la zona circostante la piazza venne presidiata da soldati. Negli anni successivi, le autorità hanno cercato di cancellare l'evento dalla memoria collettiva, vietando qualsiasi commemorazione e ostacolando la ricerca di informazioni accurate. Ma la storia non si cancella con un colpo di spugna: con l'avvento dei social media, la storia di piazza Tiananmen è riuscita a superare la censura e a raggiungere nuove generazioni. Immagini, video e testimonianze circolate online hanno dato voce ai sopravvissuti e hanno acceso i riflettori sulla brutalità del regime cinese.
La figura del Tank Men è diventata un meme virale, utilizzata per esprimere dissenso e attirare l'attenzione sulla repressione dei diritti umani in Cina. Nonostante gli sforzi del governo cinese per cancellare la memoria di piazza Tiananmen, la storia di quel tragico evento continua a vivere e ad ispirare la lotta per la democrazia e la libertà in tutto il mondo.
Come nascono le rivoluzioni? Una guida pratica ✍️ di Francesca Speranza e Noemi Capelli
Eventi storici di grande importanza, le rivoluzioni sono capaci di modellare il corso della storia umana. Perché nascono? Quali sono i fattori che portano una società a ribellarsi, a voler ribaltare lo stato delle cose?
Tipicamente, le rivoluzioni assumono la forma di movimenti organizzati che mirano al cambiamento: economico, tecnologico, politico o sociale. Le persone che danno inizio alle rivoluzioni ritengono che le istituzioni attualmente in vigore nella società abbiano fallito mancando di raggiungere lo scopo previsto, per cui necessitano di modifica.
Il filosofo greco Aristotele collegava la rivoluzione a una serie di cause e motivazioni, ma soprattutto al desiderio di uguaglianza. Quando una larga fetta della popolazione è disillusa dal sistema in vigore, il malcontento può crescere fino a un punto di rottura. Pensiamo, ad esempio, all’Europa del 1700. La maggior parte dei paesi era caratterizzato da monarchie assolute che la gente cominciò a mettere in discussione a causa delle numerose domande di cambiamento che rimasero a lungo senza risposta. Man mano che il loro malcontento delle masse cresceva, tali domande si trasformarono in proteste che in seguito divennero rivoluzioni, durante l'epoca nota come Età dell'Illuminismo. Le rivoluzioni non solo hanno cambiato i sistemi politici sostituendoli con altri nuovi, ma hanno anche portato con sé cambiamenti radicali nella società e nel pensiero dei popoli, come dimostrato dalla Rivoluzione Americana del 1776, fortemente influenzata dalle idee di diritti individuali e la democrazia.
Le rivoluzioni non scoppiano improvvisamente. Sono il risultato di un lungo processo di accumulo di tensioni, di malcontenti, di stanchezza collettiva verso un sistema (e, spesso, una classe politica) che non ascolta la popolazione. Le ingiustizie sociali ed economiche, l'oppressione politica e le crisi economiche creano un ambiente di crescente insoddisfazione.
Perché una rivoluzione possa nascere, è spesso necessario lo sviluppo di un movimento organizzato. Gruppi di opposizione, partiti politici e movimenti sociali iniziano a coordinarsi per canalizzare il malcontento popolare in azioni concrete. La preparazione e l'organizzazione sono cruciali per il successo di una rivoluzione. Spesso, un evento specifico funge da scintilla che fa esplodere la rivoluzione: può trattarsi di un atto di repressione particolarmente brutale, di un disastro economico improvviso o di un'altra crisi che catalizza l'azione.
L'esito di una rivoluzione può variare notevolmente. Alcune rivoluzioni comportano cambiamenti radicali e duraturi, come la Rivoluzione Russa, che portò all'instaurazione del regime comunista. Altre possono fallire per diversi motivi, come il caso della Comune di Parigi nel 1871 fallita a causa dell'incapacità di trovare un accordo con la classe dirigente prerivoluzionaria. Altre ancora possono non nascere, rimanendo nella fase delle proteste. Questo avviene perché la rivoluzione, rispetto alle proteste, ha l’ideologia che porta ad elaborare una solida visione alternativa per il futuro. Questo è il caso delle primavere arabe, che sono prive di un progetto di nuova società. La differenza tra rivoluzione e proteste è fondamentale nel contesto di Piazza Tiananmen. Le richieste degli studenti non sembrano essere comparabili a una rivoluzione proprio per la mancanza di una visione di un sistema alternativo per il futuro e la domanda di riforme, piuttosto che di taglio netto, con il Partito.
Rivoluzioni e proteste sono fenomeni complessi, con cause multiple e dinamiche intricate. Comprendere perché e come nascono può offrire preziosi insegnamenti per affrontare le sfide sociali e politiche del nostro tempo.
Consigli di lettura/visione per informarsi su Piazza Tiananmen 🕯️
Abbiamo fatto una diretta IG con Ilaria Maria Sala, scrittrice e giornalista che ha vissuto in prima persona i fatti di Pechino. Abbiamo parlato del massacro di Piazza Tiananmen ma anche di Hong Kong.
Pechino 1989, libro di Ilaria Maria Sala
Questo episodio del podcast di Internazionale Il Mondo
#35 Maggio, ricordare Tiananmen un ebook di Cecilia Attanasio Ghezzi, China Files
沒有太陽的日子 - Sunless Days, un documentario del 1990 (cinese con sottotitoli in inglese)
Tienanmen: la piazza della rivolta, un estratto di un programma del 1989 della Rai
Black Night in June, Internet Archive (cinese con sottotitoli in inglese)
天安门母亲,sito che raccoglie gli sforzi di un gruppo di attivistə cinesi composto da genitori, amici e parenti delle vittime del massacro.
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